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I tendini sono strutture connettivali ed elastiche che collegano le ossa alle fibre muscolari; quando si infiammano provocano un disturbo chiamato tendinite. Quali sono le parti più coinvolte e soprattutto, quale fisioterapia per la tendinite?

La tendinite: sintomi e cause

Le parti anatomiche maggiormente coinvolte in tali processi flogistici sono gomiti, polsi, spalle, ginocchia e caviglie.

Causata spesso da anomale sollecitazioni meccaniche che si ripetono nel tempo, la malattia può avere anche un carattere degenerativo, con tendenza al peggioramento nel corso degli anni.

Tra i più comuni fattori eziologici ci sono traumi di un certo livello, alterazioni posturali, sovrappeso, patologie congenite oppure la presenza di stati morbosi congeniti (gotta, artrite reumatoide, diabete e ipertensione).

In alcuni casi l’esercizio fisico troppo intenso oppure inadeguato alla costituzione del soggetto può provocare l’insorgenza del disturbo, così come l’impiego di prolungati trattamenti farmacologici.

Il sintomo più caratterizzante della tendinite è senza dubbio il dolore, che si manifesta sia alla palpazione che in fase motoria. Di solito la parte dolente è anche gonfia a la tumefazione può mostrarsi calda e arrossata, con presenza di noduli e calcificazioni di varie dimensioni.

Oltre a un esame obiettivo del paziente, questo disturbo viene rilevato attraverso la diagnostica per immagini, come ecografia e risonanza magnetica.

Fisioterapia per la tendinite

La tendinite si cura con grande successo con un programma di fisioterapia effettuata in modo corretto, che include vari tipi di metodi.

Un corretto approccio terapeutico della tendinite prevede l’assunzione di farmaci antinfiammatori (FANS oppure corticosteroidi) nella fase iniziale della malattia, soprattutto per attenuare la sintomatologia dolorosa.

Successivamente si rivela di grande efficacia l’impiego della fisioterapia, che di solito è preceduta da un periodo più o meno lungo di riposo, se non di immobilizzazione della parte colpita.

Gli esercizi di riabilitazione devono avere inizio soltanto quando la zona da trattare è adeguatamente sfiammata, per evitare un inasprimento del dolore.

Soltanto a questo punto i tendini sono in grado di rispondere positivamente alla terapia, il cui scopo è quello di rinforzare la loro struttura.

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Trattare la tendinite con la fisioterapia

L’approccio approccio del nostro centro di fisioterapia Latina per curare la tendinite, prevede una fase iniziale con esercizi isometrici a carico naturale, consistenti in contrazioni muscolari senza movimenti associati.

In tal modo è possibile consentire ai tendini di riacquistare elasticità e resistenza senza correre il rischio di sovraccaricarli.

In un secondo tempo vengono introdotti gradualmente mirati esercizi eccentrici, che devono essere personalizzati con attenzione in base alle singole esigenze.

Lo stretching si rivela un prezioso alleato per abbreviare i tempi di recupero, ma soltanto se effettuato sotto un attento controllo da parte di professionisti del settore.

Infatti uno dei più comuni rischi collegati a questa pratica è proprio quello di sforzare il tendine fino a peggiorare la sua condizione già alterata dal disturbo.

In aiuto del fisioterapista saranno utili anche trattamenti come le manipolazioni, la tens, gli ultrasuoni, la tecarterapia, il laser ed altre terapie che possono essere indicate per velocizzare la guarigione dalla tendinite.

Tra un pochino tratteremo i casi di tendinite più comuni: polso, braccio, spalla, gomito, caviglia e ginocchio.

Mai accelerare i tempi

Uno dei presupposti per evitare di correre rischi è quello di non accelerare i tempi dato che, mai come in questa malattia, è necessario lasciare all’organismo la facoltà di guarire lentamente.

Trattandosi di strutture elastiche, i tendini non devono subire stiramenti eccessivi, che potrebbero deteriorare la loro composizione istologica.

Il primo approccio del fisioterapista

Il fisioterapista, a seconda dell’entità della tendinite, di norma valuta se applicare ghiaccio per 5-10 minuti al termine di ogni sessione di esercizi.

Le basse temperature da un lato sono molto efficaci per ridurre gli edemi, ma d’altro lato provocano vasocostrizione e quindi minore ossigenazione dei tessuti.

Proprio per questo motivo è indispensabile rivolgersi a centri qualificati prima di intraprendere un percorso fisioterapico riabilitativo in caso di tendinite.

Quanto tempo dura una tendinite?

I tempi di guarigione dalla tendinite possono essere molto diversi a seconda dell’infiammazione e del tendine che l’ha scatenata. In generale possono essere sufficienti un paio di mesi per una semplice tendinite allo stato acuto, finanche a 4 mesi per forme di tendinite più complesse, quando anche non croniche.

Cosa provoca l’infiammazione dei tendini

Lo abbiamo già accennato in precedenza. Può essere causata da sollecitazioni meccaniche perpetrate nel tempo causate da una cattiva postura e/o dal sovrappeso. Ma anche da attività fisiche che comportano il posizionamento in maniera sbagliata, nel tempo, delle articolazioni. Non esenti dal pericolo tendinopatia nemmeno gli atleti quando incorrono in movimenti bruschi e improvvisi.

Gli atleti,  le persone che fanno lavori pesanti e quelle costrette sedute al PC molte ore al giorno, sono senza dubbio gli individui più soggetti ad accusare la tendinite.

Cosa fare per la tendinite al braccio

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Un dolore al braccio molto intenso può essere sintomo di tendinite. Questa sensazione dolorosa può propagarsi anche fino alla spalla, al polso e al gomito.

La tendinite al braccio colpisce con maggior probabilità gli impiegati che lavorano in ufficio al computer per molte ore al giorno, i lavoratori che sottopongono gli arti superiori a lavori pesanti e gli sportivi.

Un’handicap nei movimenti che non possono essere effettuati se non provando forte dolore, quando non accompagnato da gonfiore, è il sintomo più comune di una sopraggiunta tendinite al braccio.

A questo punto la prima cosa da fare è tenere il braccio a riposo. Può essere utile acquistare un tutore che favorisca l’immobilizzazione del braccio.

Fisioterapia per la tendinite alla spalla

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La tendinite alla spalla in genere, si manifesta quando avviene l’infiammazione del tendine sovraspinoso, e più raramente di quello sottospinoso.

Questi tendini fanno parte della cosiddetta cuffia dei rotatori, composta da muscoli e (appunto) tendini. Il compito della cuffia dei rotatori è quello di avvolgere e stabilizzare la spalla, permettendole una ampia mobilità.

La tendinopatia si manifesta quando uno o più tendini presenti nella zona subiscono una sofferenza causata dalla degenerazione del tessuto tendineo. La degenerazione è un processo naturale che avviene con l’avanzare dell’età, ma può dare problemi a quelle persone che li sottopongono a maggiore stress, come gli operai che utilizzano spesso le spalle per trasportare oggetti pesanti e sportivi come tennisti, lanciatori (giavellotto, pesi, ecc), pallavolisti e nuotatori.

La fisioterapia per la tendinite alla spalla può avere un approccio conservativo o riabilitativo a seguito di intervento chirurgico.

Si ricorre al secondo caso, quando la fisioterapia non è stata giudicata idonea da sola a sconfiggere la patologia. Si ricorrerà ad essa nel post operatorio.

In caso di lesione importante del tendine del muscolo sovraspinoso, sarà necessario un intervento chirurgico, a seguito del quale il paziente dovrà indossare un tutore per proteggere il tendine. Seguirà una cauta e progressiva mobilizzazione volta a recuperare il movimento ed un rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori.

L’approccio conservativo è volto alla riduzione degli stress da compressione del tendine del muscolo sovraspinoso, con manovre delicate, massoterapia, ed esercizi volti a ristabilire il corretto equilibrio muscolare.

Fisioterapia per la tendinite al gomito

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Meglio chiamata Epicondilite o Epitrocleite, a seconda di quale area coinvolga, la tendinite al gomito è uno stato infiammatorio che coinvolge i tendini localizzati in questa zona del corpo. Sicuramente voi l’avrete sentita chiamare “gomito del tennista” oppure quello del “golfista”.

La tendinite al gomito è una condizione dolorosa e infiammatoria dei tendini epicondiloidei, chiamati così perché originano dall’epicondilo una prominenza ossea al margine distale laterale dell’omero.

I sintomi del gomito del tennista sono il manifestarsi di dolore in prossimità dell’inserzione tendinea e , nei casi più gravi, gonfiore, rossore e aumento della temperatura del gomito.

Il soggetto, all’insorgere del problema, avvertirà un dolore sopportabile solo durante o in seguito a uno sforzo importante. (ad esempio aver portato qualcosa di pesante o affrontato una gara di tennis).

Dopodiché, se con riposo o assumendo qualche antinfiammatorio passa, non c’è problema. Se invece questo non basta, la patologia è destinata ad aggravarsi, aumentando l’intensità del dolore e con la propagazione dello stesso ad altre zone del braccio.

L’approccio dei nostri fisioterapisti prevede l’introduzione di esercizi di stretching dei muscoli epicondiloidei ed epitrocleari. Il tendine interessato viene trattato con laser Neodimio Yag e particolari tecniche di massaggio volte ad elasticizzarlo.

Fisioterapia per la tendinite al ginocchio

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La tendinite al ginocchio è una patologia causata da un sovraccarico funzionale, ovvero dall’eccessiva ripetizione di uno stesso movimento che va a stressare i tendini.

Conosciamo 3 tipi di tendinite al ginocchio, differenti in base al tendine responsabile della patologia.

  • Tendinite rotulea
  • Tendinite del quadricipite
  • Tendinite del polpiteo

I sintomi della tendinite al ginocchio non sono diversi da quelli sin qui visti per le altre zone del corpo esaminate: gonfiore, dolore, rossore e calore.

Può colpire chiunque ma è particolarmente presente in chi fa attività sportiva e in quelle persone che a causa del loro lavoro, sono costrette a sollecitare il ginocchio con carichi elevati e frequenti.

La riabilitazione delle tendiniti al ginocchio comprende il rilassamento ed allungamento dei muscoli coinvolti direttamente e indirettamente nell’articolazione, mediante l’uso di stretching e manipolazioni. Inoltre sarà fondamentale inserire degli esercizi di rinforzo.

Fisioterapia per la tendinite al polso

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La tendinite al polso è un’infiammazione dei tendini o delle guaine tendinee che attraversano il polso. Quando si è colpiti da questa patologia si prova dolore nel muovere il polso e le dita della mano.

I sintomi sono riconoscibili in dolore, rigidità, gonfiore, rossore e a volte si può avvertire un rumore tipo scricchiolio quando si muove il polso.

I soggetti maggiormente esposti a contrarre la tendinite al polso sono gli sportivi che lo utilizzano per utilizzare l’attrezzo necessario alla gara come i giocatori di tennis, golf, hockey e baseball. Ma anche persone che fanno lavori manuali che prevedono l’utilizzo di macchinari come i martelli pneumatici, le motoseghe, la macchine da cucire, eccetera. Rientrano nei soggetti a rischio anche chi fa uso molto intenso del mouse del pc o chi si esercita per molte ore al giorno con uno strumento musicale.

Infine non tralasciamo cause più gravi come gli affetti da artrite reumatoide.

L’approccio terapeutico prevede massoterapia drenante, anche con l’aiuto di tecarterapia, ed esercizi di rinforzo con elastici e contro resistenza opposta dal terapista.

Fisioterapia per la tendinite al piede

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Nell’ambito della tendinite al piede, ne riconosciamo alcune tipologie:

  • Tendine d’Achille
  • Tendinite ai flessori del piede
  • Tendinite agli estensori delle dita del peide
  • Tendinite tibiale posteriore

Il tendine d’Achille colpisce soprattutto gli sportivi, in particolar modo quelli che praticano atletica leggera perché tendono a sollecitare in maniera particolare questo tendine.

La tendinite ai flessori del piede invece è una condizione dolorosa della regione posteriore mediale della caviglia e del piede ed è frequente in chi fa danza a causa delle frequenti estensioni praticate per portarsi sulle punte.

La tendinite agli estensori delle dita del piede invece può essere associata ad artrite reumatoide.

La tendinite tibiale posteriore può essere causata dalla riduzione dell’arco plantare (i cosiddetti piedi piatti).

Vista la diversità dei tendini che possono essere interessati dalla patologia, anche la fisioterapia adotterà approcci diversi in quanto a tecniche e ad intensità delle sedute.

La prima cosa da fare è cercare di ridurre al minimo lo stress sul tendine infiammato, spesso facendo attenzione al tipo di calzatura utilizzata. Inoltre si procederà con massoterapia decontratturante per il muscolo e introduzione di esercizi a carico progressivo che il paziente viene incoraggiato a svolgere anche a domicilio secondo un programma pianificato dal terapista.

 


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