In che cosa consiste la frattura dell’omero? L’omero è un osso lungo che costituisce lo scheletro della porzione prossimale del braccio, cioè della zona che va dalla spalla al gomito, e che lo mette in rapporto con radio e ulna.

L’Omero

Inserito anatomicamente tra due importanti articolazioni dell’arto superiore, l’omero viene suddiviso in tre parti l’epifisi prossimale, il corpo centrale e la diafisi distale.

L’epifisi è la porzione che si articola con la scapola; il corpo è quella su cui si inseriscono i fasci muscolari e la diafisi partecipa all’articolazione del gomito.

La Frattura dell’omero

Le fratture che interessano questa struttura ossea possono riguardare tutte e tre le sue parti e, a seconda della localizzazione, richiedono differenti trattamenti.

Le fratture dell’omero prossimale

Le fratture dell’omero prossimale sono di solito conseguenze di traumi e infortuni che si verificano quando il soggetto cade con la mano estesa; in tali condizioni alla rottura dell’osso si associano lesioni di muscoli e nervi.

Le fratture al corpo dell’omero

Le fratture al corpo dell’omero derivano da colpi diretti nella zona mediana del braccio, con interessamento della componente sensoriale della mano.

Le fratture dell’omero distale

Le fratture dell’omero distale si verificano quando l’individuo cade tenendo il gomito piegato, causando di norma una tipica contrattura ischemica del muscolo, estremamente dolorosa.

Frattura dell’omero: una casistica frequente

In generale la frattura di questo osso, viene considerata uno degli infortuni più comuni in quanto colpisce ogni anno circa una persona su 1000, e soprattutto donne in età compresa tra 60 e 90 anni.

Le fratture possono essere composte, nel caso in cui i due monconi siano allineati, e scomposte quando sono presenti molti frammenti ossei disallineati. Nel primo caso si procede con l’immobilizzazione mediante bendaggio oppure tutore; nel secondo caso è necessario intervenire chirurgicamente.

Fisioterapia per la Frattura dell’omero

Indipendentemente dall’intervento iniziale, che può essere conservativo o chirurgico, per riacquistare la completa padronanza dell’arto è sempre opportuno seguire un programma di riabilitazione fisioterapica funzionale.

In base al genere di danno subito di solito si prevede una durata dei trattamenti compresa tra 4 e 12 settimane.

Fisioterapia Omero: fasi iniziali

Nella fase iniziale il fisioterapista concentra i suoi sforzi sull’eliminazione del dolore, servendosi di strumentazioni come Tens e Tecar; in questo modo diventa possibile incominciare a compiere i primi movimenti che devono essere cauti e calibrati.

In alcuni casi si è rivelata particolarmente efficace l’idrokinesiterapia che, utilizzando il contatto con acqua calda, è in grado di migliorare velocemente la mobilità dei muscoli.

Fisioterapia omero: fase intermedia

Nella fase intermedia, l’approccio fisioterapico si orienta sull’aumento della mobilità dell’arto che non è più bloccato come all’inizio del percorso curativo, ma deve ancora riacquistare la completa funzionalità.

Tenendo conto che a questo punto la frattura è completamente consolidata (dato che saranno trascorse almeno 2-3 settimane), il fisioterapista può applicare tecniche di riabilitazione manuale, mediante massaggi mirati.

In tale periodo è necessario che il paziente esegua anche sessioni di stretching per ottimizzare la funzionalità della spalla, che deve essere in grado di riacquistare l’intero range motorio.

Fisioterapia Omero: ultima fase

Nella terza fase vengono eseguite manovre fisiche da parte del fisioterapista, allo scopo di consentire di recuperare la massima funzionalità del braccio.

Gli obiettivi da raggiungere sono l’elasticità delle fibre muscolari, la forza del movimento, la completa assenza di dolore, la fluidità e la resistenza delle azioni motorie.

Gli esercizi da eseguire prevedono spesso l’impiego di adeguate strumentazioni che il fisioterapista propone caso per caso e sempre con la finalità di rinforzare sia le ossa che i muscoli.

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