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Il legamento crociato anteriore (LCA) gioca un ruolo cruciale nella stabilità del ginocchio, la sua funzione è limitare la traslazione anteriore della tibia, essendo una struttura ricca di meccanocettori dà un importante feedback propriocettivo all’articolazione, essenziale per i movimenti esplosivi, i cambi di direzione e gli atterraggi che caratterizzano il gioco del calcio.

 

Diagnosticare la rottura del legamento crociato anteriore

Per diagnosticare con precisione una rottura del legamento crociato anteriore, verranno combinate le informazioni provenienti dall’anamnesi del paziente, dall’esame clinico e, se appropriato, dall’imaging (risonanza magnetica).

Le rotture del legamento crociato anteriore spesso si verificano con lesioni concomitanti dei menischi (42% dei casi), legamento collaterale mediale (30% dei casi), lesioni cartilaginee, fratture intra-articolari.

Non sorprende che l’infortunio a questo legamento sia uno dei timori più grandi per ogni calciatore professionista dato lo stop forzato dalla competizione per almeno 9-12 mesi.

La ricostruzione chirurgica del LCA e un recupero efficace dopo intervento al crociato anteriore, sono fondamentali per garantire il ritorno al massimo delle prestazioni in campo.

 

Riparazione del LCA: Panoramica

La ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore è un intervento delicato, mirato a ripristinare la piena funzionalità del ginocchio.

Circa l’8% dei pazienti sottoposti a ricostruzione del legamento crociato anteriore sarà sottoposto a una successiva procedura di revisione. Tuttavia, non tutti gli atleti hanno scarsi risultati dopo la rottura del legamento crociato anteriore (ACL).

Ciò evidenzia l’importanza di identificare fattori di rischio modificabili e di implementare strategie di gestione personalizzate per ottimizzare i risultati a lungo termine e la qualità della vita nel corso della vita.

Il successo di questo processo, tuttavia, non dipende solo dalla perizia chirurgica, ma anche da un programma di fisioterapia post-operatorio mirato ed intensivo, basato su una corretta progressione di carico.

È qui che un corretto approccio della fisioterapia sta rivoluzionando l’efficacia del recupero.

 

Approccio Fisioterapico per un efficace Recupero Funzionale

Terapia Manuale: La terapia manuale è diventata un pilastro nel recupero post-LCA, aiutando a ridurre il dolore e a migliorare la mobilità del ginocchio nei primi stadi del recupero. Tecniche come la mobilizzazione articolare e il trattamento dei tessuti molli, sono essenziali per preparare il ginocchio al carico di lavoro degli esercizi di riabilitazione.

Esercizi di Riabilitazione Personalizzati: La personalizzazione del programma di esercizi è fondamentale. Basandosi su valutazioni periodiche, i fisioterapisti possono adattare gli esercizi per ottimizzare il recupero.

La riabilitazione comincia già prima dell’intervento per migliorare i risultati post-operatori. Il primo obiettivo è quello di recuperare estensione attiva e passiva del ginocchio potenziando il muscolo quadricipite con esercizi sotto carico (catena cinetica chiusa) e in scarico (catena cinetica aperta) progredendo fino all’allenamento neuromuscolare per migliorare la stabilità dinamica del ginocchio (esercizi di propriocezione, equilibrio, agilità e pliometria).

Nella fase finale verranno proposti dei test specifici per il ritorno allo sport in cui il paziente deve essere messo alla prova su task sempre più complessi.

Tecnologia e Innovazione: Nel campo della fisioterapia post-operatoria, la tecnologia gioca un ruolo sempre più centrale. La realtà virtuale (VR), ad esempio, offre ai calciatori un modo sicuro e controllato per iniziare ad esercitare movimenti specifici senza il rischio di sovraccaricare il ginocchio in guarigione. Attraverso scenari di gioco virtuali, i giocatori possono lavorare sulla propriocezione, un aspetto cruciale per prevenire futuri infortuni.

BFR (Blood flow restriction): L’uso dell’allenamento con BFR per migliorare l’aumento della forza ha suscitato un notevole interesse negli ultimi 15 anni. Questo metodo utilizza una cinghia o un bracciale pneumatico per limitare parzialmente l’afflusso di sangue arterioso occludendo il deflusso venoso fino al rilascio della pressione del bracciale, permettendo al paziente di lavorare in modo efficace ma con carichi molto bassi, utile soprattutto nella fase acuta in cui il neo-legamento è in fase di guarigione e le restrizioni di carico sono importanti.

Stimolazione elettrica neuromuscolare (NMES): viene impiegata insieme alla crioterapia per la gestione dell’inibizione muscolare artrogenica (AMI) ovvero l’incapacità di attivare volontariamente il muscolo quadricipite. Questo fattore provoca una diminuzione dell’attivazione muscolare, che compromette la forza muscolare. Infatti, a livello elettromiografico si assiste a una differenza di attivazione del 30% in meno rispetto all’arto sano.

Queste tecnologie, combinate con la fisioterapia, stanno definendo nuovi standard nel recupero post-LCA, rendendolo più rapido ed efficace.

 

Approccio Multidisciplinare

Gli obiettivi della gestione di un paziente con rottura del legamento crociato anteriore sono:

  1. Ripristinare la funzione del ginocchio e prevenire ulteriori lesioni
  2. Miglioramento della qualità di vita
  3. Affrontare le barriere psicologiche alla ripresa della partecipazione all’attività

I fisioterapisti e gli ortopedici spesso non sono i soli professionisti ad occuparsi di un atleta con ricostruzione del LCA ma come possiamo ben vedere dagli obiettivi di gestione della problematica, la lesione deve essere inquadrata in un’ottica multidisciplinare per aiutare l’atleta sotto ogni punto di vista.

Dai dati emersi dalla letteratura scientifica sappiamo che l’81% di questi pazienti è tornato a praticare qualsiasi sport, il 65% è tornato al livello di sport pre-infortunio e il 55% è tornato allo sport di livello agonistico dopo l’intervento chirurgico. Questo significa che un’ampia fetta di popolazione non ritorna alle prestazioni precedenti o addirittura si ferma o cambia sport.

L’inquadramento da parte di più professionisti della salute mira ad ottimizzare i programmi riabilitativi permettendo una guarigione ottimale e più sicura per il paziente. Gli ambiti più importanti oltre quello fisioterapico sono rappresentati da:

  • La nutrizione che svolge un ruolo fondamentale nel processo di guarigione. Un’alimentazione ricca di proteine, vitamine e minerali essenziali può accelerare la riparazione dei tessuti e ridurre i tempi di recupero. Un percorso nutrizionale prevede una valutazione con lo specialista di riferimento ed un piano alimentare basato sulle esigenze dell’atleta
  • Il supporto psicologico è altrettanto importante, dato che la riabilitazione da un infortunio grave può essere un percorso lungo e mentalmente difficile. Molte persone non ritornano allo sport e adottano uno stile di vita fisicamente inattivo, ed è probabile che la paura di subire un nuovo infortunio sia un fattore che contribuisca a questa decisione. La prontezza psicologica al ritorno allo sport gioca un ruolo fondamentale.

 

Il ritorno in campo: cosa sappiamo

Negli ultimi decenni, i modelli di pratica clinica si sono spostati verso un ritorno anticipato all’attività. Recenti ricerche hanno ormai evidenziato che i processi di guarigione biologica sono ancora in corso nel momento in cui tradizionalmente gli atleti riprendono l’attività sportiva che al giorno d’oggi si riprende tra i 6 e gli 8 mesi esponendo l’atleta a enormi rischi di re-infortunio soprattutto in sport ad alto rischio come il calcio.

Claes e colleghi hanno osservato che il periodo di tempo del processo di guarigione del neo-legamento poteva durare più di 12 mesi dopo l’intervento chirurgico.

Per ridurre il rischio di lesioni successive, gli atleti che svolgono sport ad alto impatto dovrebbero soddisfare dei criteri funzionali specifici per il ritorno allo sport e ritardare la piena partecipazione per almeno nove mesi dopo l’intervento chirurgico, fino a 12 mesi se necessario.

Tutti gli strumenti che ha a disposizione il team di riabilitazione, combinati con un approccio multidisciplinare che include nutrizione e supporto psicologico, stanno rivoluzionando il recupero dopo l’intervento di riparazione del LCA, rispettando sempre i tempi di guarigione del neo-legamento e concentrandosi sull’aspetto funzionale e la qualità di vita dell’atleta.

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